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La storia del make up: dalle origini ai giorni nostri

Il make up è l’arte di modificare l’aspetto del viso con l’uso di prodotti cosmetici.

Ma da dove nasce questa pratica? Quali sono le sue funzioni e i suoi significati nel corso della storia?

Scopriamolo insieme in questo articolo.

Le origini del make up

Il make up ha origini antichissime, che risalgono al Paleolitico. Gli uomini primitivi usavano sostanze naturali come l’ocra, il carbone e il grasso animale per dipingere il corpo e il viso con motivi geometrici o simbolici. Questi disegni avevano lo scopo di proteggersi dagli spiriti maligni, di comunicare la propria identità o di esprimere il proprio stato d’animo.

Nelle civiltà più evolute, come quella egizia, mesopotamica, indiana e cinese, il make up assumeva anche una funzione estetica e sociale. Gli egizi, ad esempio, usavano il kohl per delineare gli occhi e proteggerli dal sole e dalle infezioni. Il rossetto era un segno di ricchezza e di potere, mentre le unghie venivano colorate con l’henné. Anche gli uomini usavano il make up, soprattutto i faraoni e i sacerdoti.

Nella Grecia antica, il make up era considerato una prerogativa delle donne di bassa condizione sociale, come le prostitute e le attrici. Le donne rispettabili dovevano avere un aspetto naturale e sobrio. Solo in epoca ellenistica si diffuse l’uso di prodotti cosmetici più sofisticati, come le polveri per il viso, i fard per le guance e i rossetti per le labbra.

A Roma, invece, il make up era molto apprezzato sia dalle donne che dagli uomini. I romani usavano prodotti di origine vegetale o minerale per schiarire la pelle, accentuare gli occhi e le sopracciglia, colorare le labbra e le unghie. Il make up era anche un segno di cultura e di raffinatezza: si dice che Cleopatra fosse una grande esperta di cosmetici e che seducesse Cesare e Antonio con il suo trucco.

Il Medioevo e il Rinascimento

Nel Medioevo, il make up subì una forte condanna da parte della Chiesa, che lo considerava una forma di vanità e di peccato. Le donne dovevano avere un aspetto modesto e casto, senza ricorrere a prodotti artificiali. Solo le cortigiane e le dame di corte si concedevano qualche ornamento, come i gioielli e i veli.

Nel Rinascimento, invece, il make up tornò ad essere apprezzato e valorizzato. Le donne cercavano di avere una pelle candida e luminosa, usando polveri a base di piombo o di talco. Gli occhi venivano resi più grandi con l’uso del kohl o del belladonna, una pianta velenosa che dilatava le pupille. Le labbra venivano colorate con rossetti a base di cocciniglia o di vermiglio.

L’età moderna e contemporanea

Nell’età moderna, il make up seguì le mode e i gusti delle varie epoche e dei vari paesi. In Francia, ad esempio, nel XVII secolo si diffuse il trucco pesante e artificiale della corte di Luigi XIV, detto il Re Sole. Le donne usavano polveri bianche per il viso, fard rossi per le guance, lunghi riccioli per i capelli e piccole pezzette nere per coprire le imperfezioni della pelle.

Nel XVIII secolo, invece, si affermò lo stile rococò, più leggero e delicato. Le donne usavano polveri rosa per il vis

o, fard perlati per le guance, rossetti naturali per le labbra e piccoli fiocchi per i capelli.

Nel XIX secolo, con la Rivoluzione francese e l’ascesa della borghesia, il make up divenne più sobrio e naturale. Le donne usavano prodotti a base di acqua di rose, glicerina e cera d’api per idratare e proteggere la pelle. Gli occhi venivano evidenziati con l’uso di mascara e di matite. Le labbra venivano colorate con rossetti a base di cera e di pigmenti.

Nel XX secolo, il make up seguì le trasformazioni sociali e culturali delle donne. Negli anni ’20, le donne si liberarono dei corsetti e dei capelli lunghi e adottarono uno stile più audace e moderno. Il make up era ispirato alle dive del cinema muto, come Clara Bow e Greta Garbo. Le donne usavano polveri opache per il viso, fard scuri per le guance, rossetti rossi per le labbra e ombretti neri per gli occhi.

Negli anni ’30 e ’40, il make up divenne più sofisticato ed elegante. Le donne usavano polveri traslucide per il viso, fard rosa per le guance, rossetti cremosi per le labbra e ombretti colorati per gli occhi. Il make up era ispirato alle dive del cinema sonoro, come Marlene Dietrich e Rita Hayworth.

Negli anni ’50 e ’60, il make up si diversificò in base alle tendenze e alle personalità delle donne. Le donne usavano polveri compatte per il viso, fard in crema per le guance, rossetti opachi o lucidi per le labbra e ombretti in polvere o in crema per gli occhi. Il make up era ispirato alle icone della moda e della musica, come Audrey Hepburn e Marilyn Monroe.

Negli anni ’70 e ’80, il make up si fece più creativo ed eclettico. Le donne usavano fondotinta fluidi o in stick per il viso, fard in polvere o in stick per le guance, rossetti metallici o fluorescenti per le labbra e ombretti glitterati o pastello per gli occhi. Il make up era ispirato alle correnti artistiche e culturali, come il pop art e il punk.

Negli anni ’90 e 2000, il make up si fece più minimalista e naturale. Le donne usavano fondotinta leggeri o minerali per il viso, fard in polvere o in gel per le guance, rossetti neutri o gloss per le labbra e ombretti matt o shimmer per gli occhi. Il make up era ispirato alle top model e alle star del cinema, come Cindy Crawford e Julia Roberts.

Il make up oggi

Oggi il make up è un’espressione di stile personale e di creatività. Le donne possono scegliere tra una vasta gamma di prodotti cosmetici di qualità e di tendenza. Il make up può avere diverse funzioni: valorizzare la bellezza naturale, trasformare l’aspetto del viso, esprimere la propria personalità o divertirsi con i colori.

Il make up è anche un’arte che richiede competenza e professionalità. Per questo motivo, esistono scuole specializzate che insegnano le tecniche e i segreti del trucco professionale. Una di queste è la scuola DG Center, la quale offre percorsi di formazione professionale per diventare professionista del make up.

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